MUSEO

Nel 1975 si costituiva nell’ambito del Dopolavoro Ferroviario di Trieste la Sezione Appassionati Trasporti. Lo scopo era quello di riunire coloro che a vario titolo fossero interessati, a livello culturale ed amatoriale, agli aspetti storici e tecnici del trasporto su rotaia. Tale iniziativa sviluppò da subito degli impegnativi programmi di attività, volti alla divulgazione dell’interesse per le cose ferroviarie, con manifestazioni e treni speciali, ma soprattutto con l’ambizioso progetto di riportare nuova vita nell’importante e pur derelitta stazione ferroviaria di Trieste Campo Marzio. L’obiettivo era quello di costruirvi un centro di preservazione di materiale storico ferroviario, creando così i presupposti per la costruzione di un vero e proprio Museo dedicato alla storia del trasporto su rotaia della città e delle regioni ad essa vicine.

L’attività degli addetti, interamente a carattere volontario, sostenuta dal Dopolavoro Ferroviario pur con pochissime risorse e con le comprensione delle Ferrovie dello Stato, cominciò subito a dare frutti. In breve si iniziarono a raccogliere i primi rotabili storici, e la S.A.T. poté aprire una propria sede nei locali della stazione. Si ottenne dalle Ferrovie dello Stato la concessione dei locali della stazione, un tempo destinati all’uso dei viaggiatori (atrio d’ingresso, sale d’aspetto, corridoi), nonché i binari ed i marciapiedi del lato “partenze”. In questo spazio si è progressivamente sviluppata l’area espositiva del Museo, parte interna e esterna. Così la Stazione di Trieste Campo Marzio, sorta nel 1906 quale capolinea della ferrovia “Transalpina” e chiusa ai treni viaggiatori dal 1959, lentamente riprese nuova vita.

L’8 marzo 1984 si arrivò all’inaugurazione del Museo. Essa segnò un punto di arrivo per l’attività dei volontari della S.A.T. ma nel contempo anche un rinnovato e gravoso impegno, non godendo la struttura di alcuna forma di sostegno o sovvenzione costante. Come già accennato, il Museo Ferroviario di Campo Marzio, articolato in varie sezioni interne ed in una sezione esterna di rotabili al vero, è particolarmente dedicato ad illustrare la storia ferroviaria (non trascurando il trasporto locale tranviario) della città di Trieste e delle regioni ad essa storicamente associate.

ESPOSIZIONE ESTERNA

Una delle ragioni dell’esistenza dell’iniziativa museale nella sua prima fase fu quella di preservare il maggior numero possibile di locomotive a vapore che in quegli anni (1975-80) stavano rapidamente scomparendo. La non facile opera di recupero, grazie all’aiuto delle FS, ebbe ben presto successo, consentendo di raccogliere locomotive italiane di diverso tipo, rappresentative di quasi tutta la gamma mezzi progettati dalle Ferrovie dello Stato tra il 1905 e la prima guerra mondiale, e costituenti l’ultima “generazione” di vaporiere rimaste in servizio sino alla fine della trazione a vapore in Italia. I tipo di locomotive si distinguono per le loro caratteristiche di impiego prevalente in macchine da treni viaggiatori, da treni merci e da manovra.

Accanto alla raccolta di locomotive di tipo Italiano il Museo conserva anche esemplari di origine austro-ungarica che, per molti decenni dopo la cessazione dell’Impero Asburgico, ha rappresentato una caratteristica storia peculiare. Grazie alla collaborazione tra le FS e la Direzione di Lubiana delle allora Ferrovie Jugoslave, fu reso possibile uno scambio di mezzi storici che ha consentito la preservazione di locomotive di tipo austriaco e di tipo ungherese, già in uso anche sulle linee italiane. La preservazione di rotabili storici non si limita alle sole locomotive a vapore ma si estende anche ai mezzi protagonisti dell’evoluzione che negli anni ’30 vide le ferrovie italiane all’avanguardia nella tecnica e dell’estensione di vasta scala della trazione elettrica. Sono presenti presso il Museo particolari veicoli spartineve a vomere che, spinti da una o più locomotive, servivano allo sgombero delle linee in caso di forte innevamento. Nel corso degli anni la raccolta del Museo si è arricchita di vari altri veicoli, tra cui: carri merci di origine ungherese e preda bellica del primo conflitto mondiale; carri cisterna per l’acqua; mezzi tranviari delle linee triestine.

Testo tratto da: R. Carollo e L. Steffè “il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio” Luglio Editore, Trieste 2010

ESPOSIZIONE INTERNA

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