LA TRANSALPINA

La stazione terminale a Trieste della Ferrovia Transalpina (1914)  – cartolina (Collezione Puhali).

La Ferrovia Transalpina (Bohinjska Proga, die Wocheinerbahn) venne inaugurata il 19 luglio 1906 nell’ambito dell’imponente programma di costruzioni di ferrovie alpine (das Alpenbahnprogramm), realizzato nei primi del ‘900 dall’Impero Austro-Ungarico per completare la rete ferroviaria che collegava Vienna e l’Europa Centrale alle regioni adriatiche ed in particolare al Porto di Trieste. Con i suoi 144 chilometri congiungeva Trieste con Jesenice (Assling), attraversando l’allora Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, ed era il tratto meridionale del nuovo asse ferroviario che proseguiva verso la Carinzia con la Ferrovia delle Caravanche e da Rosenbach si divideva in due rami, dirigendosi ad est verso Klagenfurt, per quindi proseguire – percorrendo la Pyhrnbahn – in direzione di Praga, e ad ovest verso Villaco, per giungere – utilizzando la Tauernbahn (inaugurata nel 1909) – dapprima a Salisburgo e da qui a Monaco di Baviera.

Mappa della rete ferroviaria ai tempi della Transalpina con l’indicazione tratteggiata della ferrovia dei Tauri (Spittal  –  Schwarzach ) iniziata nel 1901 e completata nel 1909 , tre anni dopo la Transalpina.
Immagine tratta da Die neuen Österr. Alpenbahnen. (Collezione Puhali).

La Transalpina era, ed è ancora oggi, la più breve infrastruttura di collegamento tra mare Adriatico e Centro Europa. A seguito dei due conflitti mondiali vissuti in prima linea e delle ripetute spartizioni tra stati ed amministrazioni ferroviarie diverse, la Ferrovia Transalpina ha subito un progressivo ed immeritato declino e la sua attuale configurazione, pur essendo ancora esistente e utilizzabile il suo originario tracciato (via Monrupino/Repentabor), è quella di una linea secondaria, a binario unico non elettrificata delle Ferrovie Slovene/Slovenske Železnice di 129 Km, che congiunge – attraversando il Carso, la conca di Gorizia, la valle dell’Isonzo e le Alpi Giulie – Sežana con Jesenice, da dove la Ferrovia delle Caravanche consente ancora oggi di raggiungere l’Austria.

La SŽ 25026 ex FS 728.028 affronta il ponte sul fiume Idria in una delle edizioni dei treni turistici di agenzia da Nova Gorica  a Bled – Jesenice. 

La Transalpina, possiede per contro le caratteristiche di ferrovia turistica di primaria importanza e di spiccata rilevanza internazionale, per le seguenti ragioni:

  • il suo tracciato, testimone con arditi ponti, viadotti e gallerie della più elevata tecnologia di altri tempi, costituisce di per sé un’attrattiva;
  • collega località a vocazione turistica consolidata, attraversando territori di diversa morfologia, tutti accomunati da incomparabile e mutevole bellezza in ogni stagione;
  • è idonea a raccordarsi a specifiche forme di turismo (storico/culturale, rievocativo della Prima Guerra Mondiale, sportivo, enogastronomico, ferroviario in senso stretto);
  • costituisce un ideale e necessario supporto al cicloturismo in fase di grande espansione nell’area transfrontaliera;
  • consente un collegamento diretto ed alternativo tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia (in particolare Primorska e Gorenjska) e Carinzia, rappresentando una formidabile risorsa per lo sviluppo turistico transfrontaliero.
La locomotiva SŽ 25026 EX FS 728.028 in sosta a Mosta na Soči (Santa Lucia d’Isonzo) in testa ad un treno turistico d’ agenzia.

La Ferrovia Transalpina, che rappresenta di per sé un patrimonio culturale, potrebbe quindi divenire una delle principali attrattive turistiche dei territori e delle località dalla stessa collegati ed attraversati. In anni recenti la Transalpina ha visto schiudersi concrete prospettive di rilancio:

  • il tratto Nova Gorica – Sežana di 40 Km, opportunamente ammodernato, potrebbe acquisire un nuovo ruolo commerciale per il trasporto dei passeggeri e delle merci in connessione al nodo ferroviario di Gorizia – Nova Gorica – Šempeter-Vrtojba;
  • il tratto Nova Gorica – Jesenice di 89 Km, mantenendo inalterate le sue originarie caratteristiche, si presenta come particolarmente idoneo alla valorizzazione turistica anche con l’utilizzo di treni storici a vapore, che hanno incontrato grande successo negli ultimi anni.
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Cartolina dell’allora costosissima stazione terminale a Trieste della Ferrovia Transalpina. Fu inaugurata nel 1906 e fu chiamata Trieste Sant’ Andrea. Nel 1923 fu ribattezzata Trieste Campo Marzio (Collezione Puhali).

E’ infine del 2017 il varo di un importante progetto da parte della Fondazione FS Italiane che ha per obiettivo il restauro del Museo Ferroviario, sito nella stazione di Trieste Campo Marzio (già Stazione di Sant’Andrea all’epoca dell’Impero Asburgico, capolinea meridionale della Ferrovia Transalpina), di cui è anche prevista la riapertura al traffico ferroviario per renderla origine e destinazione di viaggi con treni storici e turistici all’interno della Regione Friuli Venezia Giulia e verso la Slovenia e l’Austria, anche utilizzando l’originario tracciato via Monrupino/Repentabor. Per addivenire ad un utilizzo intensivo della Transalpina a scopo turistico con gli inerenti benefici economici indotti dall’incremento dei flussi di viaggiatori/visitatori, l’Associazione Museo-Stazione Trieste Campo Marzio si sta a sua volta adoperando per divulgare l’idea-progetto “Ferrovia Transalpina – corridoio turistico tra Italia, Slovenia e Austria” con la prospettiva di concorrere al crescente sviluppo turistico di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia.

Testo di Alessandro Puhali

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